- Finalmente la settimana scorsa ho avuto modo di effettuare il
test drive della nuova Cooper S!!! Era una full optional con, ahimè (mi
piace smanettare) il cambio automatico. Premetto subito che il test
drive è stato di breve durata, purtroppo...avrò percorso sì e no un 5/6 km
tra percorso cittadino e extraurbano.
- Che dire! La settimana scorsa avevo avuto un assaggio delle ottime doti telaistiche della nuova Mini a bordo di una Cooper D che, checché se ne dica, appena ti siedi, subito ti fa capire che non è un'auto come le altre, ben lontana dall'essere una "blanda" berlina. Anche la F56 non tradisce affatto la sua vocazione sportiva che, aggiungerei, sulla S sembra essere "corsaiola".
- Veniamo al sodo: da una Mini si pretende una sola cosa, che sappia
divertire ed emozionare alla guida....ebbene, la S che ho provato
non ha tradito le attese: tutto merito dell'assetto, veramente rigido
in sport (ma anche in MID non scherza ), che non concede nulla al rollio e al
beccheggio, la senti sempre ben piantata a terra, e questa sensazioni di
sicurezza ti permette di osare. Inoltre, come da tradizione, la piacevolezza di
muovere quel "coso tondo" (vd. "volante") è notevole La
servo-assistenza restituisce sempre un ottimo feedback al "pilota", mi è piaciuta un sacco, il
volante è sempre bello corposo da azionare, diciamo che fa
"resistenza", pertanto l'ho trovato molto comunicativo, rapido e
diretto, come d'altronde era sul precedente modello. Darei un bel 9.
- Rispetto alla Cooper D, ho trovato ancora più piacevole la sensazione che restituisce il pedale del freno: sulla D il pedale era bello tosto da azionare, ma aveva un bit iniziale, e dopo i primi cm di "discesa" del pedale, la modulabilità iniziale non era "intuitiva". Sulla S, invece, ho riscontrato un pedale dal feedback impeccabile...anche sotto il profilo della modulabilità: dopo la tirata sul lungo rettilineo su strada a scorrimento veloce, ho dovuto effettuare una frenata energica per non perdere "l'uscita" allo svincolo , mi sono attaccato ai freni, e mi è piaciuta la risposta, la potenza e la modulabilità...darei un bel 9 ai freni
- per quanto riguarda il "pezzo" forte , ero proprio curioso di constatare se effettivamente il 2.0 era così poco grintoso come da alcuni evidenziato...beh, il discorso è che, ahimè, un po' tutti i turbo moderni sono uguali, nel senso che hanno un'erogazione molto lineare, il che, però, non vuol dire che manchino di grinta: premetto che l'auto l'ho usata in "M" con i paddles (tra l'altro se la provate, vi consiglio di mettere la leva selettrice in S e poi usare i paddle, altrimenti se la usate in D, anche con i paddles in M, spesso e volentieri ritorna in D); detto questo, ho provato spesso a schiacciare di botto intorno ai 4000 giri, e mi è piaciuta la risposta immediata del motore alla pressione dell'acceleratore, è davvero molto pronto a salire di giri, e sembra che l'allungo non abbia mai fine...anzi, a dir il vero, avrei preferito un 500 giri in più....invece, mi sembra che già a 6500 entri il limitatore. Infatti, la sensazione che ho avuto è che il motore sia "castrato", è come se fosse stato volutamente "addolcito" sia nell'erogazione sia nella potenza..ma d'altronde, ci sarà la JCW :D
In sintesi, la nuova Cooper S mi è piaciuta moltissimo: riuscito, senza dubbio, il nuovo abitacolo corredato da super gadget che concorrono a creare un’atmosfera veramente unica, piacevolissima, e molto ben calibrati i ritocchi alla carrozzeria che nella versione S risultano, forse, fin troppo eccessivi. Ma il motivo principale che mi spingerebbe a comprarla è, senz’altro, il divertimento che sa regalare alla guida: tutto sembra tarato in chiave sportiva per soddisfare le velleità “corsaiole” del pilota di turno: seduta infossata, volante verticale dal carico sempre presente, feedback racing del pedale del freno, telaio affilato, motore gratificante. Se riuscissi a trovare, fra qualche semestre, una km 0 ben accessoriata potrei fare la pazzia di ritornare al turbo benzina in sostituzione del mio attuale “purpo” diesel by Opel :D
Dopo aver posseduto esclusivamente auto diesel, decisamente poco prestazionali, pur percorrendo oltre 30.000 km annui, sul finire del 2007 decisi che era giunto il momento di passare ad altro, ad un motore realmente capace di emozionare al volante, che mi facesse provare quelle sensazioni che fino ad allora il propulsore a gasolio mi aveva precluso. Così mi misi alla ricerca di un'auto che fosse prestazionale, estremamente divertente da guidare, con un design "appariscente ma non troppo", con un prezzo abbordabile ed una abitabilità più che discreta, tale da poter soddisfare anche eventuali esigenze di carico. Ebbene, la scelta è caduta sulla Grande Punto Abarth, una sportivetta “tutto pepe” con doti dinamiche davvero notevoli ed un'estetica sorprendentemente accattivante, impreziosita dall'applicazione del kit estetico (stickers e specchietti rossi) su livrea Bianca.
Quello che nel mondo sportivo si configura come un morbo divoratore implacabile di qualsiasi attività agonistica e non, il doping, divenuto ormai una pratica irrinunciabile, diffusissima, assolutamente da condannare e contrastare, nel mondo dell’auto è stato sapientemente trasformato dal brand Abarth in un reale punto di forza, innegabilmente positivo, accolto con straordinario favore da quel popolo di estimatori che considera l’auto non un semplice mezzo di trasporto ma molto, molto di più. Stiamo parlando del “doping automobilistico”, un cocktail micidiale di emozioni, sensazioni, brividi fortissimi, messo a punto dalle abilissime mani dei tecnici Abarth. Entrando nello specifico, si tratta di una droga potentissima capace di mandare in estasi i puristi della guida sportiva, coloro che comprano un’auto non in base al prezzo né alla capacità del bagagliaio né tantomeno in base al consumo. Sono quei pochi che magari rinunciano anche ad una vacanza extra, ad un gadget in più, per questo inevitabilmente preda delle ire, giustificate o meno, delle proprie fidanzate, pur di esaudire quello che è un loro desiderio: poter acquistare un’auto che si faccia guidare nel vero senso della parola, non semplicemente condurre, insomma, che al volante faccia sentire “piloti”. Li riconosci facilmente, sono coloro sui quali vedi stampato un sorriso smagliante quando si accomodano sugli sportivissimi sedili di una GPA, che gioiscono soltanto ad una semplice messa in moto, che si rallegrano del cupo sound allo scarico. Senza dubbio io faccio parte di questo gruppo un po’ folle, patologicamente ma piacevolmente dipendente dal “doping Abarth”.
In occasione dei Renault Exciting days ho avuto la fortuna di guidare una Megane RS Trophy sul circuito dell’Isam di Anagni. L’ho provata per saggiare di persona le ottime qualità dinamiche dell’auto, messe in evidenza dalla maggior parte delle riviste del settore che l’hanno acclamata regina delle hot hatches a trazione anteriore.
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